Ultimo momento


Amadi, uno dei nostri responsabili della campagna di appoggio umano qui in Senegal, mi racconta un episodio avvenuto una settimana fa in Casamance, la regione a sud del paese da poco uscita (almeno cos? si dice) da una guerra civile durata oltre 20 anni.

Amadi si trovava su un Ndiaga Ndiaye (un furgone trasformato in autobus collettivo) diretto verso un villaggio sul confine con la Guinea. Vicino ad un villaggio il furgone si ferma e carica una donna incinta che rischia da un momento all?altro di partorire. I passeggeri le fanno posto in modo che nel furgoncino strapieno si formi un?area dove la malcapitata si possa sdraiare. Una ragazza le tiene il capo mentre la donna inizia ad avere contrazioni sempre pi? forti. Amadi chiede all?autista dove ? il dispensario pi? vicino. L?autista fa mente locale e spiega che a 30 km dovrebbe essercene uno in un villaggio sulla strada.

Va detto per inciso che la strada ? una serie di buche e crateri lunari interrotti da qualche striscia d?asfalto. Il furgone arranca ma procede normalmente, vale a dire fermandosi ogni volta che bisogna far scendere o salire qualcuno. Amadi chiede educatamente all?autista se pu? lasciar perdere e accompagnare direttamente la donna al dispensario.

L?uomo lo guarda strabuzzando gli occhi e esclama: “se tutte le volte che carico una donna che sta partorendo dovessi precipitarmi al dispensario perderei un sacco di clienti. La prossima volta la donna non aspetter? l?ultimo momento.”

Gli altri passeggeri annuiscono e ad Amadi non resta altro da fare che stringere la mano della donna. Fortunatamente dopo una ventina di fermate arrivano al villaggio con il dispensario.

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