Democrazia ad orologeria
Domenica scorsa ? morto Lansane Cont?, il dittatore che da 26 anni regnava con il pugno di ferro in Guinea Conacry. La notizia ha scatenato in tutti i guineani presenti in Senegal reazioni contrastanti. In alcune interviste andate in onda sulla rete nazionale, nei microfoni aperti delle radio e apparse sulle pagine di tutti i giornali, i guineani rispondono circospetti. Alcuni minimizzano la violenza e l?ingiustizia del regime di Cont?, altri l?attaccano duramente senza mezzi termini, pochi imputano il disastro sociale economico in cui ? sprofondato il paese alle gravi condizioni di salute in cui l?accecato timoniere versava da tempo, quasi a sottintendere che fino a quando godeva di ottima salute la Guinea era una specie di paradiso in terra. Ma invariabilmente tutti esprimono speranze altamente democratiche e fortemente costituzionali sul futuro del paese.
Queste speranze si infrangono esattamente 24 ore dopo, quando un capitano dell?esercito, Moussa Dadis Camara, con un velocissimo colpo di stato, destituisce l?assemblea nazionale e si autoproclama capo di una commissione permanente di militari che gestir? il paese fino al 2010, anno in cui erano fissate le prossime elezioni presidenziali.
Subito si scatena il dibattito fra senegalesi e guineani, fra cui non corre proprio un affinit? elettiva, con i primi che interpretano il ruolo degli illuminati democratici che si riempiono la bocca di frasi tipo: ?in Senegal mai potr? succedere una cosa del genere? o ?in Senegal la democrazia costituzionale ? una realt? concreta e solida?.
Questi attestati a bocca aperta durano esattamente 6 ore. Infatti nell?edizione della sera del telegiornale viene riportata la cronaca delle proteste avvenute a Kedougou, piccolo paesino all?estremo sud est del paese, dove tanta gente di et? e provenienza sociale diversa ? scesa in piazza per manifestare contro il licenziamento dei lavoratori di una miniera e contro l?esproprio ingiustificato di terreni regalati dallo stato Senegalese ad una compagnia spagnola, interessata ad aprire un?altra miniera.
Il bilancio del confronto democraticamente concreto e reale ? di 2 morti, 6 feriti gravi, fra cui 2 bambini di 7 e 9 anni, e un numero incalcolabile di altri feriti e arrestati, alcuni edifici pubblici incendiati e saccheggiati.
Il giorno dopo i politici iniziano a dichiarare la necessit? di istituire commissioni d?inchiesta per capire meglio la dinamica degli scontri e individuare i veri responsabili. Quindi tutti i senegalesi si mettono il cuore in pace: nemmeno questa volta la verit? verr? a galla. Le commissioni d?inchiesta qua sono soprannominate comitati di assoluzione, perch? mai nella storia del paese si ? arrivato ad appurare uno scapolo di responsabilit? giudiziaria attraverso questi apparati.
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