Tregua


Le strade sono deserte o quasi. Il traffico caotico e impossibile di taxi, scooter, autobus, car rapid, carretti trainati da asini, cavalli smagriti o alla peggio spinti a mano, che imperversa abitualmente per tutti gli altri giorni della settimana, scompare di domenica.

Perfino il tempo, il tempo tipicamente africano, dove cinque minuti ? solo un modo di dire per misurare un?attesa che pu? durare dalla mezzora alle due ore, di domenica si dilata, tutto sembra compiersi al rallentatore.

Ci si sveglia pi? tardi, i pi? giovani reduci da scatenate feste danzanti sul tetto della casa libera dai genitori iniziate a mezzanotte e terminate cinque minuti prima del richiamo del muezim, alcuni provati dalle strategie di corteggiamento che li ha impegnati alla luce della luna in lunghe passeggiate semi clandestine con il promesso amore, le braccia intrecciate e il lungo bisbiglio di romantici impegni, tutti gli altri un po’ pi? riposati e grati di aver dormito pi? del solito e di non avere, almeno per oggi, grandi incombenze da fare.

E’ domenica. I mercati, le bancarelle, le boutique sono tutte aperte ma c’? meno ressa del solito, i venditori hanno il tempo di scambiarsi visite di reciproca cortesia di bancarella in bancarella.

Lenzuoli e vestiti tradizionali sono tutti appesi fuori a prendere il sole e la polvere inevitabile che regna incontrastata a Dakar.

Le strade sono piene di bambini che giocano dappertutto a qualunque cosa, un mare di bambini e bambine di tutte le et?, un vero smacco ai paesi a crescita zero. Sembra che la citt? appartenga a loro, perfino le strade si trasformano facilmente in campi di calcio senza il pericolo che alcun veicolo interrompi le partite mentre all’ombra di qualche albero le bambine danno vita a contest di salto all’elastico acrobatico.

Si pranza verso le 14.00, con calma. Poi tutti si fanno belli e a piccole frotte si esce per andare a casa di qualche parente o amico che abita nello stesso quartiere a bere l’ataia (il the senegalese), le donne a scambiarsi pettegolezzi e dicerie e gli uomini a giocare a carte o a dama in grandi scacchiere di legno.

Verso le cinque di pomeriggio molti vanno in moschea sembra quasi per affermare la propria superiorit? numerica nei confronti dei cattolici che si sono recati a messa di mattina o di pomeriggio a seconda del rito della confessione di cui fanno parte, non certo per altre necessit?.

Poi inizia lo spettacolo del tramonto, che da queste parti in questa stagione ? rapidissimo e in meno di mezzora trasforma il cielo in una caleidoscopio di colori e sfumature da togliere il fiato. Con l’arrivo del buio sembra che tutti avvertano la fine della tregua e inconsciamente ci si prepara ad un’altra settimana di incertezze.

Domani e per i prossimi tre giorni ? previsto uno sciopero nazionale del pane, la scorta di bombole di gas ? praticamente finita in quasi tutto il paese e molti hanno girato a vuoto nei giorni scorsi per cercare di averne una riserva, tutta la comunit? guineana ? sconfortata dalle notizie del rinvio a data da definire del secondo turno delle elezioni presidenziali, previste oggi, a causa dei numerosi brogli.

Sul fronte della politica senegalese la coalizione di opposizione Benoo uscita vincitrice alle scorse elezioni amministrative si sta disintegrando in mille correnti in vista delle future elezioni presidenziali del 2012, il figlio del presidente Wade, Karim ricopre la carica di tre ministri contemporaneamente e mentre con manovre del tutto illegali si cerca di controllare le elezioni dei vertici sindacali, il governo fa trapelare la notizia che nel prossimi mesi ci sar? un aumento del prezzo del riso.

Ma oggi ? domenica. Per questo e tutto il resto si pu? pure aspettare luned?.

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