Se sei felice e tu lo sai, batti le mani!
Il risveglio di questa mattina si ? svolto all’insegna della nuova identit? senegalese di Camilla. Stanca di essere etichettata come “toubab”, ha deciso di farsi pungere da qualche insetto per guadagnare due bei labbroni gonfi.
Siamo poi rientrati a Parcelles, carichi per affrontare le finali delle Olimpiadi. Durante i giochi, con le nostre grida e i nostri cori, abbiamo attirato l’attenzione dei bambini del quartiere. Tra di loro, c’era un bimbo la cui faccia e le mani erano state rovinate dall’acido. I pi? piccini l’hanno inizialmente osservato incuriositi ma anche un po’ intimoriti, ma sono poi venuti da noi chiedendoci se potessimo farlo giocare, dandoci con questo semplicissimo gesto una grandissima lezione di vita.
Questa sera abbiamo a malincuore deciso di non partecipare alla tradizionale veglia serale. C’? per? un valido motivo: non ? la pasta, n? la pizza, ma i festeggiamenti per i compleanni di Morgana e Margherita! Queste orette passate tra noi toubab ci sono servite per confrontarci e parlare di come stiamo vivendo il campo, acquisendo consapevolezza delle nostre emozioni nel momento in cui le abbiamo esternate.
Sazi e “ataya-ti” andiamo a dormire, stanchi ma felici della bellissima esperienza che stiamo vivendo.
Deni & Eli
Dopo quest’incontro io, Maurice, Valentina e Samba siamo andati a salutare le persone che vivono nella baraccopoli di Medina (il quartiere dove abitano alcuni bambini dell’asilo).
In mezzo alle tante persone che vi vivono all’interno, ai sorridenti bambini, all’accoglienza delle donne, prendono vita in noi tanti pensieri, ma soprattutto tutto ci? che ci circonda, lo stare qui, l’asilo, la scuola, si vestono di nuovo valore, ed ? un’emozione che ci accompagna fino alla sera, fin dentro l’ultimo pensiero pesante e felice prima di addormentarci. Sono questi momenti, questi incontri a volte a fare la differenza, a regalarci quel qualcosa in pi? che ci si porta al ritorno da questi viaggi.
Eli&Vale
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