15.02.25 diario 1w

Viaggio per Dakar. Mi capitano 3 esperienze diverse.

A Linate la guardia di finanza mi blocca. Vogliono gentilmente accertarsi che non sia un esportatore di grandi capitali all’estero. 

In effetti a colpo d’occhio sembro un disperato che vive sotto i ponti, ma chissà forse è proprio questo lo stile e il mood dei trafficoni.

A Fiumicino mangio in un ristorante una pizza e un bicchiere d’acqua. Chissà perché sul conto mi aggiungono un coperto. Forse si e sparsa la voce e vogliono verificare le mie disponibilità economiche come esportatore di grandi capitali. O forse credono che ho un amico immaginario a cui è legittimo far pagare il coperto. La risolviamo con un operazione complicatissima. Nessuno si scusa ma mi restituiscono 2,50€ in monetine da 20 e 10 centesimi.

In aereo pronto al decollo l’hostess chiede ad un passeggero seduto accanto all’uscita di emergenza di lasciare libero lo spazio sotto il sedile. L’ometto, invece di scusarsi e spostare temporaneamente zaino e scarpe, attacca una pippa incredibile sulla libertà di voler mettere zaino e scarpe dove “cazzo voglio” perché “sei sei una stronza che non capisce un cazzo e si inventa regole del cazzo per rompere il cazzo a gente che viaggia in tutto il mondo…” e via blaterando. Intervengono altre due hostess. Ma è solo all’arrivo di uno steward che l’ometto la smette di fare il Trump de noialtri.

Alle 21.00 mi acchiappa Laye fuori dall’aeroporto di Dakar e mi chiede come è andato il viaggio.

Direi in linea con l’attualità.

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