DUE AZIENDE PER UNALTROMONDO


di Jean-Claude Migeot, amministratore Fondmetal Technologies s.r.l. Casumaro di Cento (Ferrara) e Aerolab s.r.l., S.Agata Bolognese (Bologna)

Perch? fare un atto di solidariet? umana?

Perch? andare ad incontrare ed possibilmente aiutare chi non ha niente o talmente poco?

Le risposte sono due :

  • la prima obiettiva e razionale: la ricchezza che esiste nel mondo ? di gran lunga maggiore di quella che servirebbe per mettere fine alla povert? nel mondo. Se ciascuno di noi ?adottasse? un povero come se fosse un fratello il problema sarebbe risolto. Siamo delle gocce d?acqua ma una goccia pu? diventare un oceano.

  • la seconda personale, intima, pi? difficile da esprimere (e parlare in pubblico non ? il mio forte): aiutare chi non ha niente, arricchisce sia chi ? aiutato sia chi aiuta, entrambi diventano pi? ricchi nel senso profondo, creano una richezza nuova per tutti due.

Abbiamo tutti sognato un giorno di farlo.

?Poche pulsioni hanno nell’animo umano radici pi? profonde del desiderio di fare del bene agli altri? ( Mohamed Yunus)

E? scandaloso che l?uomo sia andato sulla luna e non riesca ad eradicare la povert? sulla terra

Ma siamo bravi a dimenticarlo finch? la povert? non ha un viso, non sia un uomo, una donna, un bambino con il quale abbiamo creato qualche legame

La lunga attesa

Per molti anni mi sono buttato corpo e anima nella mia passione, le macchine da corsa. Lottare col tempo ? la cosa pi? utile per evitare di guardarsi intorno. Lo chiamo il desiderio di essere inutile. Concentrarsi su un obiettivo estremamente difficile per non essere complice dello scandalo. Concentrarsi sull?eccelenza e l?inutile per non rischiare di essere strumentalizzato, per potere credere di rimanere puro.

Le corse, in realt?, non sono inutili. Insegnano almeno due importanti verit?:

  1. niente ? definitivamente vinto, niente ? definitivamente perso (i perdenti oggi saranno i vincitori domani canta Bob Dylan)

  2. non puoi vincere da solo, vince soltanto una squadra

Dicotomia

Abbiamo tutti un problema in comune: quello che pensiamo, le cose a noi pi? care e le pi? profonde sono da una parte e le cose che facciamo, che accettiamo tutti giorni di fare sono dall?altra.

Ogni volta che prendiamo coscienza di questa distanza si accende un conflitto insopportabile all?interno di noi perch? non sembra esistere una soluzione.

Per? qualche volta, grazie ad un evento straordinario che ci colpisce (un evento artistico, un emozione forte, un incontro importante) abbiamo la visione che questa distanza si pu? annullare e che possiamo sovrapporre quello che crediamo di pi? profondo con quello che facciamo.

Quando questo succede non si potr? mai pi? dimenticare ! Si, ? possibile !

Le d?clic

Un giorno succede ed ? venuto il momento di dare retta alla piccola voce in te che dice sempre ?provaci!? e alla quale rispondi sempre ?aspetta ancora un po?, non sono pronto, devo diventare pi? bravo ancora?. Un giorno non regge pi? ?

La competizione mi ha insegnato che per raggiungere una meta difficile ? meglio definire una meta impossibile e riunire competenza, passione e ? amore per le persone. Lo scatto avviene quando si crea un legame forte tra le persone.

Cronostoria

Per tanti anni, come manager di FondTech e Aerolab, ho pensato ?Non ancora, bisogna prima di tutto diventare pi? forti, pi? solidi come aziende e come squadra?.

Poi ? partita la nostra ricerca, associo Cristina Zennaro qui presente, sempre di Fondtech, di come gemellare la nostra realt? iper-tecnologica con una realt? di una parte del mondo meno fortunata, per poter fare nostri i loro problemi, creando prima di tutto dei legami forti di solidariet? tra le nostre e le loro persone.

Ci siamo subito accorti subito che aiutare chi non ha niente a uscire con i suoi mezzi dalla povert? ? un vero e proprio mestiere, che richiede competenze e qualit? diverse dalle nostre. E? cosi facile fare del male volendo fare del bene!

Dovevamo prima di tutto individuare un?organizzazione di persone di dimensione compatibile con la nostra con cui poter collaborare a stretto contatto. Un?organizzazione trasparente con la quale condividere gli obiettivi, che ci avrebbe dato la possibilit?, piano piano, di tessere legami personali anche con le comunit? a cui erano destinati gli aiuti e gli interventi.

Abbiamo individuato, tra i tanti, il sito web di Unaltromondo e cosi abbiamo incontrato per la prima volta Maurizio e Irene, qui a Milano, pi? di 5 anni fa.

Da quel momento in poi molti altri incontri sono seguiti. E? stato un processo lento di confronto e scambio tra profit e no profit.

Inizialmente abbiamo semplicemente aderito al progetto ?Stop malaria?. Di Unaltromondo ci ha convinto lo stile diretto, concreto e trasparente in cui non si parlava solo di donazioni e per noi era estremamente motivante poter entrare nel merito dei problemi da risolvere nelle varie fasi di start-up, follow-up e chiusura dei progetti di cooperazione. Abbiamo imparato ad apprezzare e condividere i loro modi. Ci hanno lasciato esprimere le nostre idee ed ? cominciato un vero dialogo.

L?asilo di Medina

Nel 2009 Maurizio ci ha parlato dell?asilo di Medina e subito l?idea di fare crescere assieme bambini che non hanno niente – davvero N-I-E-N-T-E – con altri bambini pi? fortunati ci ? apparsa ?geniale? e in perfetta armonia con il nostro intento.

Per potere fare ?decollare? questo progetto e dargli il tempo di consolidarsi, mi sono impegnato a sostenere il budget dell?asilo per tre anni consecutivi, tramite le donazioni di FondTech e Aerolab. Una donazione annuale equivale circa al costo annuale per l?azienda di un impiegato di livello medio.

Nel 2010 siamo riusciti a trovare una nuova e pi? idonea sede per la scuola, con uno spazio adeguato per potersi sviluppare e il numero di bambini ? passato molto velocemente da 30 a 60.

Nel 2011 la scuola ha stabilizzato il suo gruppo di insegnanti e personale creando di fatto 9 posti di lavoro. Sono stati rinnovati i bagni e ritinteggiate le pareti.

Il 2012 ? ormai cominciato e vede l?apertura di una classe elementare. Sono in fase di ?incubazione? molte idee per fare nascere all?interno o intorno alla scuola attivit? e/o micro-imprese destinate a rendere la struttura sempre pi? auto-sufficiente.

Aprire un asilo e una scuola ? un investimento sulle prossime generazioni. Sarebbe molto bello creare partendo dall?asilo delle opportunit? economiche anche per le donne della bidonville sostenendo non solo con il microcredito ma creando realt? economiche possibili.

I legami del cuore

In parallelo a questo ?master-plan?, abbiamo incentivato i viaggi a Dakar per i nostri dipendenti che pian piano hanno imparato a conoscere i bimbi e gli adulti di Medina. Uberto e Gianluca sono andati per costruire le altalene del cortile e per rilevare la planimetria dell?asilo, Manila ed io abbiamo partecipato alla ricerca della villa dell?asilo, Mauro si ? unito al gruppo dei ?tinteggiatori? e ha fatto un reportage fotografico sull?asilo, Cristina ed io siamo andati all?inizio di quest?anno a vivere qualche giorno tra i bimbi e le loro maestre e visitare anche i villaggi in Casamance, in cui Unaltromondo ha attivato vari progetti di collaborazione con i capi-villaggio e con le donne (microcredito, stop-malaria, formazione di personale specializzato per la gestione del dispensario).

Andare in Senegal e partecipare a questo progetto aziendale ha lasciato a tutti un segno indelebile e ha cambiato il modo di ragionare e di vedere le cose.

Scoprire le persone, in situazioni cos? drammatiche e pesanti, cos? belle, coraggiose, spesso pi? serene di te, ricche di tante cose che per noi sono diventate invisibili perch? non ci facciamo pi? caso, ? un game-changer.

Dopo pochi giorni diceva Cristina: ?Sono venuta qui perch? vorrei aiutarli ma io non ho ancora fatto niente e ho gi? ricevuto tanto da loro. Ma allora chi aiuta chi??

Un Altro Mondo, Un altro io, Un Altro voi, ? possibile!

JEAN CLAUDE MIGEOT

 

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