H1


“Ti ricordi questa strada”? mi domandano con un gran sorriso.

La strada, se con strada si pu? anche chiamare un viottolo incassato nella foresta vicino a Gonoum, un villaggio della Casamance, me la ricordo benissimo e indelebile ? l’ultima volta che l’ho percorsa insieme a Momodou e Moussa.

Qualche anno fa l’abbiamo camminata in fila indiana per raggiungere un “quartiere” del villaggio pi? isolato. All’epoca mi aveva colpito la presenza all’orizzonte di un gigantesco cartellone 3mx5 di legno bianco piantato in mezzo al nulla in fondo al viottolo che stavamo percorrendo.

Una volta superato ho scoperto di aver appena attraversato con i miei due amici un campo minato.

La scritta a caratteri cubitali con i teschi poteva essere letta tranquillamente a distanza di mezzo chilometro, se si era dal lato giusto.

Momodou e Moussa avevano riso come matti del colore “pi? bianco non si pu?” che aveva assunto il mio viso.

Ora la strada ? pi? o meno la stessa, ma ai lati ? recintata con cordoni rossi bianco e indicazioni di pericolo presenza mine.

Mi trovo nella zona H1, un aerea vasta qualche chilometro in prossimit? del campo di calcio dove i bambini di Gonoum si sfidano in veri e propri campionati appassionanti.

La cooperazione internazionale insieme allo stato Senegalese si ? decisa finalmente a sminarli. Le operazioni sono incominciate guarda caso due mesi prima delle scorse elezioni presidenziali del 25 marzo, un esplicito tentativo di voto di scambio o come si dice da queste parti, un acquisto di coscienza di massa, finito male per?.

Gonoum ha risposto votando in massa Macky Sall. Momodou e Moussa sono i principali responsabili della sconfitta di Wade al secondo turno nel seggio elettorale sgarruppato approntato nelle tre sezioni della scuola elementare.

Per tutte le strade della Casamance, da Ziguinchor al villaggio pi? lontano, i responsabili del partito al governo fino ad una settimana fa, hanno scritto dappertutto lo slogan studiato appositamente per questa regione “O Wade o nulla!”.

Momodou e Moussa hanno risposto con una sintesi netta “Allora nulla” e hanno battuto ogni villaggio facendo molti proseliti.

L’operazione di sminamento a due mesi dalle elezioni ? stata solo la goccia che ha fatto traboccare la rabbia e il voto categorico contro Wade.

Le mine, mi raccontano, le hanno messe i militari nel 1999 per contrastare l’offensiva del Movimento Indipendentista e mettere in sicurezza i civili nei villaggi.

E’ un modo curioso di garantire la sicurezza dei civili quello di minare i terreni in prossimit? delle capanne o del campo di calcio.

Ma in Casamance non ci sono mai andati per il sottile. La regione ? troppo vasta e piena di foreste per poter essere controllata dai militari.

E qualche genio nell’esercito, foraggiato da qualche solerte uomo d’affari occidentale, magari italiano, deve aver pensato che tutto sommato le mine antiuomo potessero essere un buon deterrente per tenere lontano i “ribelli” indipendentisti.

La regione potenzialmente pi? ricca del Senegal (buona terra da coltivare, acqua a volont?, foreste rigogliose) ad oggi ? una delle aree pi? povere e malmesse. La gente muore per banali infezioni. I pochi ospedali e dispensari sono edifici per lo pi? fatiscenti privi di tutto.

Percorrendola in lungo e in largo ? in assoluto la regione del Senegal con la pi? alta concentrazione di insegne umanitarie.

Dappertutto le incontri con scritte sbiadite che annunciano “opere” della cooperazione internazionale, scuole o dispensari per lo pi?. Le strutture ci sono, mancano i soldi e il personale per farle funzionare per?.

Quello che resta all’umanit? che vive qui ? uno stato di guerra civile latente e strisciante. La pace del 2005 firmata da Wade ? una delle barzellette pi? diffuse nella regione, un po’ come da noi quelle sui carabinieri.

Il movimento indipendentista si ? spaccato in due fazioni in lotta fra di loro. La tregua che di tanto in tanto sigla una parte con lo Stato viene subito disattesa dall’altra e viceversa. L’economia tipica delle zone di guerra, armi e droga, ? ancora molto presente.

Gli unici incidenti avvenuti durante le due giornate di voto per il primo e il secondo turno delle elezioni presidenziali sono accaduti proprio in Casamance, un segnale preoccupante che pu? compromettere da subito la discontinuit? promessa dal nuovo presidente della repubblica Macky Sall con il passato regime.

Intanto arrivo fino in fondo alla strada con Momodou e Moussa. L’area H1 ? gigantesca. Riesco a fotografare una mina disinnescata.

Il congegno ? sventrato ma a guardarlo mi si gela il sangue, nonostante gli oltre 33 gradi all’ombra. Momodou mi dice “e questo ? solo uno. Chiss? quanti ce ne sono ancora….”

Gi? chiss?.

Maurizio Polenghi

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