A chi tocca tocca


Nelle ultime settimane la fragile situazione economica ? sociale senegalese ? appesa ad un sottilissimo equilibrio estremamente instabile. Dodici giorni fa tutti i giornali riportavano la notizia di una diffusa epidemia di colera (900 casi accertati) attorno alla citt? di Diourbel. Nonostante le immediate rassicurazioni delle autorit? sanitarie, intervenute per minimizzare i rischi, molti hanno iniziato a fare gli scongiuri in vista dell’imminente pellegrinaggio santo a Touba, previsto per domenica 23 gennaio. Come gi? accaduto altre volte, il rischio di innescare una pandemia devastante durante l’esodo di almeno due milioni di senegalesi (obbligati a transitare per le strade di Diourbel per raggiungere Touba) ? molto concreto.

Di posticipare l’evento non se ne parla nemmeno. L’obs, uno dei giornali dell’opposizione, che in un piccolo articolo a fondo pagina aveva avanzato timidamente questa proposta ? stato quasi tacciato di eresia. Ai pellegrini in partenza non resta altro da fare che raccomandarsi l’anima e munirsi di una scorta d’acqua personale.

Nei mercati dalle borracce d’acqua alle bottiglie di plastica stanno diventando merce rara.

Alcuni giorni dopo, sempre sulle pagine dell’Obs ho letto un’altra notizia inquietante. L’amministrazione dell’Universit? di Dakar ha dato disposizioni per assoldare un centinaio di picchiatori in vista delle inevitabili rivendicazioni studentesche per i ritardi nell’assegnazione delle borse di studio. Su le soleil, il ?libero? senegalese da sempre filo governativo, qualunque sia il governo, si ? preferito pubblicare una serie di interventi fiume di alcuni intellettuali accreditati dipingendo i manifestanti come capricciose canaglie che non hanno altro da fare nella vita che inscenare pretestuosi cortei.

Adama, un mio amico, in contatto con altri studenti mi ha riferito che la manifestazione si ? tenuta senza disordini gravi ma tutta questa situazione ? stata presto messa da parte, soppiantata dall’aumento esponenziale dei black out di corrente elettrica degli ultimi giorni.

Che la Senelec, la societ? elettrica senegalese, versa in condizioni disastrose non ? mai stato un mistero per nessuno. Svenduta negli anni scorsi durante una privatizzazione molto neoliberista, sull’orlo del fallimento anche per l’ insolvenza delle fatture delle principali amministrazioni pubbliche delle citt? senegalesi, da anni distribuisce la corrente elettrica a macchia di leopardo. Tre ore in un quartiere, quattro ore in un altro, quindici minuti nell’estrema periferia. A chi tocca, tocca. Ma in questi ultimi tre giorni la situazione sta degenerando…. ci sono manifestazioni semi spontanee in tutti i quartieri, ad un certo punto la gente si accalca in mezzo alla strada, qualcuno fa rotolare dei pneumatici a cui appiccano fuoco paralizzando tutto il traffico gi? incasinato di suo, per poi fare dei cortei per le strade fino a quando non arrivano delle camionette della polizia o dell’esercito…. appena i soldati scendono la folla si disperde… Dico manifestazioni semi spontanee perch? in alcuni quartieri le proteste sono innescate dagli stessi uomini politici di Wade (il partito al governo) contro le amministrazioni pubbliche in mano all’opposizione in una caccia al caprio espiatorio indicato di giorno in giorno da Wade stesso. Ieri il teatro della protesta si ? svolto a medina…. per certi versi ? stato un po’ inquietante passarci in mezzo…. In alcuni quartieri la corrente elettrica ? saltata per 48 ore di fila… la gente ? sempre pi? esasperata, e come se non bastasse il costo della corrente elettrica nelle fatture ? aumentato del 5%. Da qualche giorno tutti continuano a ripetere che la Tunisia non ? cos? lontana dal Senegal e che Wade non ? poi cos? diverso da Ben Ali.

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